Amarcord – Così conoscemmo il Giappone (6)…e gli anime Horror

Notte bianca di spavento / Notte nera di terrore / Acqua pioggia neve e vento….

Chi si ricorda di aver già sentito queste poche parole, già ha capito quale sarà il tenore ed il contenuto del presente post.

Dopo non pochi robottoni, l’Italia conobbe infatti gli anime che avevano per tema principe l’horror. Uno fra i primi fu senz’altro il mai dimenticato Devilman, che rientra nell’altra grande linea guida di Go Nagai, lo scontro tra uomini e demoni:

Indimenticabile è peraltro anche un altro anime, dalla cui sigla italiana l’incipit del presente post: Bem

La sigla, cantata da Nico Fidenco, aveva per la verità strofe che non compaiono nella versione or ora sentita. Mi permetto quindi di riportare la parte della filastrocca non presente:

Notte bianca di spavento,
notte nera di terrore
acqua pioggia neve e vento...
lampi e tuoni di furore.
Con un rantolo agghiacciante
l'assassino col coltello
squarta e taglia ad ogni istante...
chiunque incontra nel castello.
Ma dal mondo dell'orrore
dove il cielo è sempre nero
piomba il figlio del mistero
più veloce del pensiero (del pensiero)
Arriva Bem nemico del mal,
che in bocca tien mille pugnal.
Solo tre dita, due occhi di ghiaccio,
sessanta vipere sopra ogni braccio.
Dell'assassino lui fa un macello,
lo pesta a sangue con un randello.
Notte bianca di spavento,
notte nera di terrore
acqua pioggia neve e vento...
lampi e tuoni di furore.
S'ode un passo strascicato,
s'ode un colpo di martello
scende a terra l'impiccato...
dove tocca fa un macello.
Ma dal mondo dell'orrore
dove il cielo è sempre nero
piomba il figlio del mistero
più veloce del pensiero (del pensiero)
Arriva Bem nemico del mal,
che in bocca tien mille pugnal.
Ha squame verdi sopra la pelle,
lingue di fiamme sopra le spalle.
Dell'impiccato lui fa un fagotto,
lo pesta a sangue con un cazzotto.

Notte bianca di spavento, notte nera di terrore
acqua pioggia neve e vento...
lampi e tuoni di furore...
lampi e tuoni di furore...
lampi e tuoni di furore...

Di là del vero e proprio Amarcord non posso non ricordare Berserk, trasmesso a ben tarda ora da Italia1 qualche anno fa:

Segnalo in ultimo, per gli amanti del genere, l’anime, di recente uscita (2004) Elfen Lied (Canto elfico).

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Tutte e 13 le puntate che costituiscono tale serie sono ritrovabili su youtube. La sigla introduttiva e tema dominante all’interno dell’anime stesso è Lilium, in latino (ma la pronuncia non è quella ritenuta universalmente corretta: -ae si legge -e; -tiam si legge -ziam):

Il testo (dove compare anche il greco Kyrie Eleison) e la melodia sono stati composti da Kayo Kinishi e Yukio Konduo; non pochi i richiami e le citazioni da testi sacri:

Os iusti meditabitur sapientiam
Et lingua eius loquetur iudicium (Salmi 36:30)
Beatus vir qui suffert tentationem
Quoniam cum probatus fuerit accipient coronam vitae (Iacobi 1:12)
Kyrie, Ignis Divine, Eleison
O quam sancta, quam serena, quam benigna,
Quam amoena, O castitatis lilium

Una traduzione in italiano:

La bocca del giusto proclamerà sapienza
E la sua lingua esprimerà giustizia (Salmi, 36:30)
Beato l’uomo che sopporta la tentazione
Perché superata la prova riceverà la corona della vita (Giacomo, 1:12)
Signore, Fuoco Divino, Abbi pietà
Oh quanto santa, quanto serena, quanto benigna,
Quanto amèna, Oh giglio di castità

Fonte: wikipedia

Alla medesima fonte si rimanda per riferimenti specifici ad autori ed elenco puntate.

L’Anime or ora citato si caratterizza per scene crude e violente; sovrabbondante l’ uso di scene di nudo, a volte gratuito. Ma la storia, per quanto priva di novità eclatanti, scorre fluida, con sapiente gioco di crudeltà e dolcezza. Ben riusciti e ben caratterizzati i personaggi.

Se non volete alcuna anticipazione, fermatevi qui. Altrimenti…

Accenni alla trama. In un laboratorio una ragazza compie, con poteri misteriosi, una vera strage: le scene, di una violenza parossistica, rendono palese che costei non conosce pietà alcuna, né ha alcun rispetto per la vita. Cadono così sotto la sua furia soldati, scienziati, ma anche ignare segretarie. Non c’è nessuna arma convenzionale che possa fermarla: i proiettili non riescono nemmeno a sfiorarla.

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Raggiunto l’esterno, un colpo di precisione di un fucile particolare riesce però a raggiungerlala al capo. Lucy, questo il suo nome, cade così in mare e di lei si perdono le tracce.

Su una spiaggia di un isola, due ignari giovani, Kouta e Yuka, incontrano per puro caso una ragazza che esce nuda dalle acque del mare. Suo tratto caratterizzante è quello di avere due corna sul capo. Per quanto evidentemente sorpresi, i due cercano di aiutarla, ma non è cosa facile. Apparentemente priva financo della capacità di parlare, la ragazza non è ovviamente in grado di dare alcuna indicazione sulla sua provenienza, né tantomeno del motivo per il quale si trovi lì, in quelle condizioni. Anche il suo nome è perso nell’oblio. I due decidono dunque di chiamarla Nyu, la sola parola, priva di qualsiasi significato, che continua a ripetere. Il suo volto è dolce e delicato. Non c’è malizia in lei. Sembra del tutto inoffensiva.

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Ma Nyu non è affatto ciò che sembra. O meglio, quello che mostra è solo un lato della sua personalità. Nel buio della sua mente è ancora presente Lucy, in attesa, pronta in ogni momento a scagliare la sua violenza che non conosce limiti.

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L’apparenza è però tale da convincere Kouta, che di tanto in tanto ha l’impressione di avere già visto in passato una ragazza con corna simili a quelle della smarrita, ad accoglierla in casa, nonostante le perplessità e la gelosia crescenti di Yuko, sua cugina, da sempre di lui innamorata.

Intanto, nel laboratorio, i responsabili del progetto si preparano ad inviare un’altra ragazza alla ricerca della prima scomparsa: il suo nome è Nana. Costei ha gli stessi poteri di Lucy, ma per quanto cresciuta in uno stato di continue privazioni e violenze all’interno del laboratorio, mai farebbe scientemente del male ad alcuno…

La prima svolta nella trama si ha quando Kouta apre un carillon comprato negli anni dell’infanzia, che suona la stessa melodia (Lilium) che Lucy canticchiava mentre faceva strage di coloro che l’avevano imprigionata…

Tema principale dell’opera: Nana e Lucy sono diclonius, esseri umani che per effetto di un misterioso virus sono stati mutati geneticamente ed hanno acquisito poteri psichici incredibili, primo fra tutti, e letale, quello di muovere dei “vettori” invisibili, dalle sembianze di vere e proprie braccia, capaci di dilaniare senza problemi le più solide superfici. E’ diffusa convinzione che scopo dei diclonius sia quello di sterminare gli umani normali, stadio oramai superato dell’evoluzione dell’homo sapiens sapiens. Fin da subito si comprende con relativa semplicità (le puntate su youtube sono in giapponese sottotitolate in spagnolo) che i diclonius non sono di natura perfidi, ma che di fronte alla perfidia degli uomini possono scatenare una violenza ancora maggiore ed inarrestabile. Anche Lucy, si scoprirà, non fa eccezione.

Nota a margine: l’immagine di Nyu è identica a quella di un’altra ragazza in un anime di ben 10 anni prima: Chobit.

Ed ora domandona finale: cosa accomuna Devil Man a Yattaman? Se avrete un po’ di pazienza, può darsi che in uno dei prossimi post abbiate la risposta…

P.S.: Gli aiuti del Signore della Morte non sono validi.

6 pensieri su “Amarcord – Così conoscemmo il Giappone (6)…e gli anime Horror

  1. ciao avvocato,
    finalmente un post davvero bello, scritto senza troppo sfoggio di parole contaminate dalla tua professione. ok gli aiuti del ragionier filini versione skin non valgono (non chiamarlo Signore della Morte che poi si sente troppo importante). ma la comunanza è una cosa seria (tipo relazioni tra gli autori, disegnatori, produttori, ecc.) oppure una cazzata?

    un altro cartone che una mia amica nipponica mi consigliava è la serie televisiva Blood. sempre solite tematiche di umanoidi modificati geneticamente e bla bla bla. io però ho letto solo il fumetto autoconclusivo (bello, peccato che finisce subito) ma non ho tempo per andarmi a vedere l’anime. fallo tu al posto mio, poi me lo racconti in un nuovo post.

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  2. CRITICHE
    pronti partenza via!
    mi fanno ridere i giapponesi che cercano di infilare la nostra cultura europea nei loro anime! (pensa quanto a loro sembreranno sceme le ragazzine occidentali che cercano di imitare loro con le loro mode e manie peculiari!)
    la sigla in latino non mi rappresenta proprio niente (con tanto di citazioni); personalmente, sono una nostalgica delle vecchie sigle anni 80 dove devil man era DebiluMan, volus five era Borutesu Faibu (sì le so tutte a memoria),ecc.
    e poi tutto sto rifacimento ai quadri di Klimt…ancora non so se lo apprezzo. quando avrò tempo magari spulcerò il cartone. sperando comunque che ci siano i sottotitoli in inglese, perché il lingua originale da sola ci capisco troppo poco.
    grazie ancora per a segnalazione!

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  3. sempre io. posso fare pubblicità? si posso, intanto ti quoto il post. e tu sei contento.
    http://www.corriereasia.com/giappone/blog/ricette_cucina_giapponese/

    per te che hai tempo di girovagare in rete alla ricerca di chicche su cui postare i tuoi commenti (hai visto che linguaggio adeguato e telematico ho imparato ad usare? sei soddisfatto di me tesoruccio?)
    magari c’hai pure tempo di cucinarti qualcosa. tanto ci sta sempre la frittata di mezzo, non è difficile.
    a presto!

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  4. Errata corrige: la comunanza c’è…peccato che per error calami, lavorando di tarda sera contemporaneamente al presente post e ad un altro di prossima pubblicazione, ho indicato anime diverso da quello corretto. La comunanza in merito alla quale si pone la domanda, come ora indicato nel post, è tra Devil Man e Yattaman.

    Ringrazio per le segnalazioni…e ti significo che il signore della Morte e della Distruzione ama particolarmente i piatti tipici giapponesi e con essi si diletta spesso in cucina… 😉

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